Ci sono chef che hanno un’ambizione grande legata al successo, alle esperienze in luoghi e contesti diversi, alla voglia di crescere ed innovarsi. #SimoneBreda fa parte di questa categoria ma il suo cuore batte per il suo territorio, da sempre, ed è per questo che dopo un lungo e intenso percorso “gourmet” in ristoranti di prestigio (all’#AlberetaRelais e Châteaux a Erbusco; al #Clandestino, il Sushi Bar dello chef Moreno Cedroni a Portonovo. E poi nella Svizzera francese, prima presso lo Chalet d’Adrien, luxury hotel 5 stelle della catena Relais Chateaux che ospita il ristorante La Table d’Adrien, 1 Stella Michelin, poi all’Art de Vivre, hotel 4 stellea Crans-Montana,rinomata località turistica. Rientrato in Italia nel 2015 è chiamato a dirigere la cucina del ristorante Spazio7 nella Galleria d’Arte Contemporanea di Re Rebaudengo) ha deciso nel 2015 con la sua dolce metà, la maitre sommelier #LianaGenini, di aprire proprio a casa sua, nella bassa bresciana, quello che è considerato il miglior ristorante della zona.
Siamo in una terra dove la cultura rurale è sopravvissuta e ha grande forza, dove il paesaggio agricolo è caratterizzato da piccoli borghi, con le tipiche cascine lombarde e i “palazzi dei signori”. Un fascino antico in un contesto naturale: è qui che Simone Breda respira aria di casa ed è qui in casa che ha voluto scommettere in una cucina nuova, fatta sì di tradizioni e prodotti locali ma con sapori arricchiti da accostamenti originali, dove la sua fantasia abbraccia gli insegnamenti dei grandi maestri che ha affiancato in passato.
E’ risaputo che i bresciani sono dei grandi lavoratori, questa storia lo dimostra. Simone è giovane e pieno di entusiasmo, la sua energia e la sua passione hanno fatto in modo che venisse ripagato con le soddisfazioni che il “suo gioiello” gli sta dando. Il ristorante Sedicesimo Secolo è la sua prima sfida importante, è ciò che rispecchia di più la sua anima romantica e creativa e il suo carattere meticoloso e perfezionista al contempo che ben si abbraccia al gusto elegante della sua compagna e socia. I dettagli in ogni preparazione delle portate, l’accostamento impeccabile dei vini, la mise en place, tutto rimanda alla ricercatezza.
Ma veniamo al menù degustato, un menù di contaminazione tra i prodotti del lago, della terra e del mare associati a profumi nuovi: tiepido di storione in Franciacorta, bieta e caviale (abbiamo scoperto che in zona si produce dell’ottimo caviale); capasanta e midollo in acqua di cipolla rossa; risotto alla salvia su fondo di capretto; ravioli con coda di vitello in latte di sedano rapa, santoreggia e arancia; pecora bergamasca con prugne candite e porto; branzino curcuma e aneto…solo per darvi un “assaggio” della filosofia di questa cucina
Non è un caso che la Stella Michelin sia arrivata a soli due anni e mezzo dall’apertura del #SedicesimoSecoloRistorante e una seconda Stella potrebbe non essere lontana.
Il luogo oltre ai piatti ha un fascino speciale, il palazzo storico in cui è racchiuso, la calda atmosfera, il garbo del servizio.
L’autunno e l’inverno sono le stagioni perfette per andare a provare questa magia gastronomica. Dimenticavo, la carta dei vini è fantastica.
www.ristorantesedicesimosecolo.it