Una magnifica mostra (promossa dal Comune di Milano e organizzata da Arthemisia) quella che racconta la creatività e le ispirazioni del celebre stilista spagnolo, attraverso disegni e scarpe, insidiati con armonia ed eleganza nelle sale della Pinacoteca di Palazzo Morando.
Manolo Blahnìk, un artista e un brand riconosciuto a livello mondiale, che ha scelto Milano per questa sua “prima”, per il significato intrinseco che la città rappresenta,una cultura ricca e vivace, il calore delle persone, l’eleganza dei rapporti che ha vissuto qui con la gente, la fabbrica delle sue creazioni, il luogo che forse ama di più.
I suoi gioielli made in Italy, il vissuto dell’artigianalità
Tra le sale del museo di Palazzo Morando siamo circondati da bellissime opere che raffigurano i cambiamenti del volto di Milano avvenuti tra la seconda metà del Seicento e i primi decenni dell’Ottocento: ripecorriamo i momenti di un passato che è nostra identità, le piazze e le strade affollate, le porte, i ponti, la costruzione dell’Arco della Pace, i Navigli , il Duomo.
Migliara, Canella, Inganni, Bisi, Aspari, ci hanno lasciato un’importante testimonianza e accanto alle opere di questi grandi artisti, i disegni e i modelli delle calzature di Manolo non “corrompono”, non “disturbano”, poichè è la stessa intensità che traspare, che proviene dai loro creatori a rendere semplicemente bella l’arte. And shoes can be art. La sua mostra, divisa in sezioni, ci racconta il suo amore per la natura, per l’architettura, per la storia, per i materiali e i dettagli.
E cosi passiamo dalle calzature ispirate all’arte di Goya o Picasso a quelle realizzate per il film ‘Marie Antoinette’ .
Tacchi, ma non solo, seta, ricami, pietre, pizzi…
Studiare la storia dell’uomo equivale anche ad imparare a leggere i costumi e le usanze di un’epoca, per saperne interpretare i significati e le relazioni di fondo. Manolo Blahnìk, che ha voluto dedicare questa Mostra a Franca Sozzani, recentemente scomparsa, e all’altrettanto straordinaria giornalista di moda Anna Piaggi, non è un soltanto un designer di scarpe, è un interprete, un uomo che sa amare molto quello che è intorno a sè, che sa trarre conoscenza da tutto ciò che vive, è una persona intellettualmente ricca con una sensibilità estrema.
Nato e cresciuto a Santa Cruz de Palma, nelle Isole Canarie, da padre ceco e madre spagnola, ha ricevuto un’ottima educazione scolastica, ha studiato a Ginevra Architettura e Letteratura e a Parigi alla scuola di belle arti al Louvre. Nel 1968 si trasferisce a Londra e lavora come buyer in una fashion boutique, e nel 70 durante un viaggio a New York l’ incontro con Diana Vreeland, editor in chief di Vogue USA, gli cambia il destino. E’ lei a scoprire il suo talento e ad avergli detto, dopo aver visto i suoi schizzi:” Young man, make things, make accessories, make shoes.” Da quel giorno il nostro amato artista si è immerso in un sogno che continua tutt’oggi, fatto di impegno, amore, studio, viaggi, ricerca, relazioni.
Un savoir faire, un’ironia e una modernità assoluta, l’hanno portato a collaborare con star inaspettate come Rihanna, che lui trova molto divertente.
In questa prima esposizione in Italia dedicata all’iconico couturier spagnolo, la selezione di scarpe fatta con la curatrice Cristina Carrillo de Albornoz ,prevede 212 modelli 80 disegni, che coprono 45 anni di attività dello stilista. La mostra apre oggi e sarà a Milano fino al 9 aprile.
Per chi ama l’arte, le scarpe o semplicemente è un appassionata/o di Sex&The City e si ricorda delle Manolo’s di Carrie sarà una piacevole avventura.