I Dolci di Namura è una di quelle pasticcerie milanesi che ha portato avanti la tradizione negli anni e al contempo ha voluto evolversi, uno di quei luoghi della città dove ti fa piacere passare.
Nata negli anni 50, è stata rilevata negli anni 70 dalla famiglia Torresani e da allora ha regalato delizie ai fortunati clienti. La sede di Piazzale Brescia si è trasferita 7 anni fa in Via Castelvetro ; “abbiamo deciso di offrire anche un servizio di caffetteria, ci serviva più spazio”.
Il locale è molto accogliente, la madre serve i caffè e intrattiene i clienti, si lascia sfuggire qualche racconto del passato “Da bambini a merenda ci davano polenta e zucchero, mica ci potevamo permettere i biscotti. Ricordo che rubavo un po’ del nostro grano e qualche uova per andare a comprarmi un gelato. Non sopporto vedere gli sprechi e oggi ce ne sono tanti. ” Poi va dietro a prendere i croissant.
E’ Daniele, seconda e ultima generazione, che prepara i Dolci e che dal laboratorio “dietro bottega” mi racconta la sua storia e la sua filosofia.
“Usiamo solo materie prime biologiche di altissima qualità, servendoci da aziende agricole”.
La scelta di creare una linea vegana è nata per accontentare una cliente allergica al lattosio anni fa, e da allora per Daniele è stata una sfida imparare a preparare dolci vegani “Voglio accontentare tutti i clienti che vengono nella mia pasticceria. Non sono vegano ma mi sono impegnato a individuare ricette uniche e speciali per i vegani, come le mie brioches, le barchette con la marmellata e i waffles salati che credo non faccia nessuno”. Non poteva mancare il “panettone vegano”. Mentre lo intervisto sta impastando con la pasticcera proprio alcuni panettoni vegani.
“Innanzitutto preparo io un burro vegano e lo faccio con burro di cacao, olio extravergine d’oliva, sciroppo, acqua e zucchero integrale di canna. Poi uso un impasto fatto con farina bio e farina di farro monococco. Il mio panettone vegano è fatto con amore come tutti gli altri dolci, sono orgoglioso del risultato e spero che più gente capisca la qualità del prodotto”
Io personalmente non vedo l’ora sia cotto