Tra le varie passioni che ho, primeggia la danza, che studio da tanti anni anche se le dedico poco spazio, essendo sempre presa dal lavoro. Poco spazio ma costante, perchè non l’ho mai abbandonata. La danza mi ha insegnato tante cose, pur avendola studiata amatorialmente: disciplina, rigore, impegno, sacrificio, oltre all’amore per il ballo naturalmente.
La figura del “maestro” è fondamentale, diventa una guida assoluta, un riferimento, come a scuola. Ti devi fidare di quello che dice e quello che fa. Ma anche i maestri sono “allievi”, lo sono sempre e sono prima di tutto persone con ambizioni, sogni e paure. Ho frequentato diverse scuole e diversi corsi, tuttora vado in un centro di danza, e ciò mi ha permesso di stare in contatto con persone “notevoli”, degne di merito e celebrità, ed è per questo che ho deciso di dedicare loro una mia intervista.
Mauro Savino, poco più che ventenne lavora nel mondo della danza sia come insegnante che come ballerino.
Sono curiosa di conoscerlo da vicino. E’ un ragazzo molto disponibile ma talvolta schivo, sfuggente. Mentre si racconta però fa uscire tutta la sua passione,.
Quando è stato quel momento in cui hai detto o pensato “Da grande voglio fare il ballerino”?
Da bambino non ero consapevole del mio amore verso la danza. Un pomeriggio vidi per la prima volta il programma “Saranno Famosi”, con un gruppo di ragazzi giovanissimi cantanti e ballerini e rimasi incollato al televisore fino alla fine della puntata. Iniziai a ballare. A scuola ballavo, a casa ballavo, ovunque mi trovavo ballavo persino al supermercato con mamma e papà mentre loro facevano la spesa tra uno scaffale e l’altro. Fu allora che si decise di iscrivermi in una scuola di ballo, avevo 8 anni.
Che genere di ballo ti piaceva?”
Iniziai solamente con l’hip hop e danza moderna perchè il classico mi faceva paura, e poi si sa che un ragazzo se balla è visto come la femminuccia della situazione. Eppure gli insegnanti mi dicevano che ero portato per la classica. Dopo un pò di tempo iniziai anche a fare qualche lezione di danza classica anche se non volevo che si sapesse in giro perchè avevo paura di ciò che pensava la gente su di me. Il periodo dell’adoloscenza non lo vissi bene. Molti compagni appunto mi prendevano in giro ma io continuai per la mia strada.
Il bullismo ti ha fermato in qualche modo?
Purtroppo si è anche stupidi nella vita e i miei coetanei erano stupidi ma andai avanti, anche con le mie paranoie, gli anni passarono, ed ero sempre più convinto che la danza era il mio rifugio della felicità. Continuai fino all’età di 18 anni nella scuola della mia città e dopo il diploma e andai a studiare a Milano presso La Spid di Marta Levis. Mi si aprì un mondo. Ogni giorno dalle 9 del mattino alle 5 lezioni su lezioni mi aspettavano, dal classico che amai follemente grazie all’insegnante, fino al tip tap.Ogni giorno andai con grande gioia ed ero entusiasta di ciò che andavo a fare ogni giorno per tre lunghi anni. Mi diplomai nel 2014 , dopodichè iniziai a fare audizioni. Le prime andarono male, ma non mi arresi, e infatti dopo un pò iniziai a lavorare .