Orticola di Lombardia, che nasce 150 anni fa per promuovere e diffondere la cultura del giardino e del paesaggio, è diventata ora un appuntamento irrinunciabile anche per chi non ha il pollice verde, ma ama la bellezza dei fiori e delle piante e ama anche “mettersi in bella mostra”. Come ad ogni opening di Orticola, le donne milanesi più tradizionaliste hanno rispettato il contesto esibendo cappelli ed addobbi floreali. Girare per i giardini di Indro Montanelli ed incontrare queste eleganti dame, in mezzo a questi fiori incredibilmente belli, mi ha fatto vivere un sogno e quasi non mi sembrava di essere a Milano, forse neanche in quest’epoca. Un clima cosi rilassato e beato non lo vivevi da tempo.
Nel percorso tra ghiaia e verde, alcuni banchetti che offrivano succhi, bevande, torte, fragole.
LE PIANTE ITALIANE PER IL GIARDINO ITALIANO È IL TEMA PROPOSTO PER LA MOSTRA DI QUEST’ANNO, io purtroppo ho poca familiarità con il soggetto ma i protagonisti della mostra I VIVAISTI E LE PIANTE mi hanno coinvolto con le loro storie.
Tra i più giovani Guido Agnelli, con una collezione di piante da frutto tropicali quasi introvabili in Europa come Theobroma cacao (il cacao) e Inga edulis (guaba), quest’ultima portatrice di un frutto con caratteristiche curative per l’artrite e i reumatismi; Barone di Nassa di Andrea Bassino, che presenta erbacee fiorite dei nostri prati, tutte ottenute da seme, scelte tra quelle prevalentemente spontanee della flora italiana che possono essere adatte ai nostri giardini; e ancora le orchidee tropicali di Giulio Celandroni, che è tra i più giovani, ma è anche alla prima esperienza a Orticola.
E poi Marco Greggi di Centroflora, con piante collaudate per prosperare nel nostro clima; Eugenia Natalino del vivaio del Prete, che espone piante della macchia, delle colline e della pianura mediterranea; Dennis Barroero di Dennis Botanic Collection con un’innumerevole quantità di frutti rari e inconsueti da tutte le regioni del mondo, come la mora di Gelso cinese, il babaco, la pitanga. Daniele Righetti con una collezione di carnivore. Tra i giovani che già hanno partecipato alla Mostra, oltre a Davide Dalla Libera del vivaio Novaspina, il più giovane e superpremiato ibridatore italiano di rose che torna per il terzo anno consecutivo, tornano a esporre i giovanissimi figli del fondatore dei Vivai del Valentino con le cactacee, i ragazzi di Res Naturae con la collezione di rabarbari, Ladre di Piante con una importante collezione di Ortensie, Arborea Farm con piante acquatiche della flora italiana per la fitodepurazione, Piante Innovative con piante stranissime e dalle mille proprietà, come la pianta dei pappagalli così chiamata perché i suoi fruttiricordano dei pappagallini, e e ancora altre bizzarrie, quale la ‘pianta cerotto” , una Kalanchoe che si mangia, usata in America Latina, Asia e Africa per curare moltissimi disturbi o la Monarda didyma comunemente detta thè Oswego o menta bergamotto, pianta sacra degli Indiani d’America, e usata dalla tribù Oswego per la preparazione di un tè, e infine Giardino della Moscatella con le piante tipiche delle campagne pugliesi
Io ero rimasta alla rosa Candy Candy, la rosa bianca che Anthony regalò a Candy dedicandole il nome (per chi non capisse, mi riferisco ad un cartone animato di cui andavo matta…ed ero anche innammorata di Anthony)
Orticola non è solo una mostra mercato di fiori e piante, è un omaggio alla città, alla natura, all’arte e alla cultura. Sono tantissime le iniziative che prevede questa meravigliosa manifestazione, con il fuori Orticola nei musei, in Brera, nei giardini.
Per ogni info www.orticola.org