La voglia di rendere onore alla cucina italiana, di trasmetterla come cultura vera e propria, e di “uscire dal proprio guscio” per usare un’espressione di Paolo Petroni, Presidente dell’Accademia di Cucina Italiana, ha fatto sì che oggi l’attività di questo ente si aprisse al pubblico definitivamente. Ci racconta il progetto Paolo Petroni, che ha scelto oggi non a caso il ristorante di Filippo Lamantia, uno chef siciliano, ormai noto nel panorama dell’alta ristorazione, che trasmette la Sicilia nei piatti della tradizione, con passione e modernità.
L’ Accademia Italiana della Cucina nasce a Milano nel 1953, fondata da Orio Vergani e un gruppo di autorevoli esponenti della cultura, dell’industria e del giornalismo dell’epoca tra cui Dino Buzzati Traverso, Dino Villani e Giò Ponti intenti a preservare e tutelare le tradizioni culinarie del Bel Paese in Italia e all’estero.
Con 217 Delegazioni italiane e 87 estere, l’Associazione è stata riconosciuta Istituzione Culturale della Repubblica Italiana, è senza scopo di lucro e conta 8.000 Accademici in tutto il mondo che la sostengono.
Accademia ha come obiettivo salvaguardare i valori della cucina nostrana, quella familiare, nata dalla storia di ogni piccolo Comune dove, con i prodotti propri del territorio. La nostra cucina è impregnata di storia, di capacità di esprimersi. Ogni giorno negli anni abbiamo costruito qualcosa, e se la tradizione vive di ricordi, essa va anche mantenuta nella rielaborazione e nell’interpretazione, donando sempre qualcosa in più.
Dal 1961 la Guida ai Ristoranti dell’Accademia segnala i locali dove alla genuinità dei prodotti si affiancano proposte dello chef , ma anche il servizio, fatto di persone.
Nelle librerie il primo volume della collana Biblioteca di Cultura Gastronomica, I Sughi e le Salse nella cucina della tradizione regionale, edito da Bolis Edizioni. Ogni mese avremo un tema diverso ed esploreremo la nostra italianità culinaria.
